Walter Fischer, Pittore e Grafico,  (1911-1982) 
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              Walter Fischer nacque il  03/04/1911 a Weissbach (in Sassonia), nella provincia di Zschopau,  come  secondo figlio di Max Bruno Fischer, di professione idraulico,  e di sua moglie Barbara Teresa. La cittadina di Weissbach si trova a  pochi chilometri in direzione sud-est di Chemnitz. La famiglia si  stabilì a partire dal 1914 a Chemnitz; qui Walter Fischer frequentò  dal 1917 in avanti gli 8 anni della scuola popolare e fin da subito  si fa notare, (come egli stesso riferisce), per la sua  predisposizione al disegno di tutto ciò che lo circonda. 
              Nel 1925 iniziò, secondo  i propri desideri, un apprendistato da litografo presso l’Istituto  Grafico-Artistico Theo Wimmer di Chemnitz. 
              La litografia è un  procedimento di stampa su pietra. La professione del litografo oggi  non esiste più. Il compito del litografo consisteva nel trasferire  fedelmente la riproduzione in forma di bozza di stampa su una pietra  litografica. Un litografo doveva riportare sulla pietra litografica  manualmente e alla rovescia il testo e le figure da stampare. Il  litografo doveva saper disegnare e possedere una buona percezione dei  colori. 
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              W.  Fischer (al centro) apprendista
            
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            Nel corso dei suoi 4 anni  di apprendistato frequentò parallelamente dei corsi serali di  disegno di nudi umani  e ritratto. Ancora oggi esiste una copia di un  suo compito d’esame: il ritratto di “Vecchio Ebreo”. Sul retro  di questo lavoro è indicata la tecnica di raschiatura d’asfalto. 
          Al compimento del suo  apprendistato rimase disoccupato a causa sia della crisi economica  generale ma anche per il declino dell’arte di stampare su pietra.  Durante il periodo di disoccupazione poté lavorare per breve tempo,  quale collaboratore precario ed eseguire dei grafici di uso comune.  Trascorse anche diversi mesi in Jugoslavia esercitando il mestiere di  litografo. Nel corso dei suoi dieci anni di disoccupazione, come egli  stesso afferma, fu calzolaio, barbiere e insegnante di sci e  parallelamente disegnava e faceva schizzi. 
          Privatamente seguiva gli  apprendisti della scuola professionale di Chemnitz, quale  responsabile della letteratura; fu attivo nel movimento degli  escursionisti e si iscrisse all’Associazione Turistica Amici della  Natura. Nel 1929 entrò nella Socialdemocrazia tedesca (SPD)  iniziando così l’impegno in politica.              | 
          
		  
		     
		    Ritratto  “Vecchio Ebreo” Compito d'esame da litografo
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              Entrato a far parte di  circoli illegali, contribuì ad aiutare molte persone perseguitate  dai nazisti a passare clandestinamente la all'epoca ancora “frontiera  verde” verso la Cecoslovacchia. Della sua attività  artistica di questo periodo sono rimasti alcuni disegni a mano libera  e alcuni motivi in formato cartolina. Nel 1939, con l’inizio  della guerra, Walter Fischer venne chiamato alle armi e sulla base  della sua preparazione professionale fu assegnato, cartografo, alla  Divisione Ufficio Cartografia. 
              L' ufficio cartografia  stazionava per lo più lontano dal vero fronte ed aveva il compito di  aggiornare sulle carte geografiche la composizione, la posizione  delle truppe combattenti e la duplicazione di queste stesse carte.  
              Inizialmente venne  inviato in Olanda, Belgio e Francia. Proprio in Francia si arrivò  presto allo scontro con il regime nazista. Si era rifiutato di usare  il saluto nazista in presenza di civili francesi e per questo venne  per 14 giorni imprigionato a St. Malò. Ci è rimasto un disegno a  matita di uno sguardo attraverso la finestra della cella. 
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            Caricatura  dat. intorno al 1929 
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              Dopo aver scontato la  condanna, fu nuovamente convocato da un tribunale militare di guerra  e probabilmente sarebbe stato di nuovo condannato per vari delitti:  tra l’altro per aver tenuto un comportamento troppo amichevole con  la popolazione civile nemica. Aveva dipinto civili francesi. Ma  fortunatamente con la sua pittura e i suoi ritratti egli si era  procurata qualche simpatia anche tra gli ufficiali, così la condanna  venne “addolcita” con il suo trasferimento coercitivo al fronte  orientale. 
              Nel 1942 nell’Unione  Sovietica, scampò ancora una volta ad una imputazione. Aveva  rifiutato la promozione a sottufficiale. Poco prima di essere di  nuovo arrestato l’armata sovietica annientò tutto il Comando e in  seguito a questa sconfitta l’ufficio cartografico fu abolito.  Quindi, con un trasporto di sanitari, fu messo in marcia in direzione  di Smolensk, infine a causa di un assideramento venne condotto in  Germania. Di questo periodo esiste tutta una serie di disegni a  matita ben conservati. Per lo più sono paesaggi e persone  rappresentate mentre sono dedite al loro lavoro.             
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            Bernovo intorno  al 1942 
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             Walter Fischer, dopo la  sua guarigione, fu assegnato alla batteria stampatori del gruppo  dell’Esercito Sud che era di stazionamento a Torri del Benaco sul  lago di Garda. Il paesaggio del lago di Garda gli ispirò numerosi  lavori che in parte sono ancora conservati. Videro qui la luce  disegni a matita, a pastello e disegni a inchiostro di china. Esiste  una foto di quest’epoca che lo ritrae mentre dipinge un abitante  del luogo. Non durò a lungo e si presentarono qui gli stessi  problemi che aveva avuto in Francia. Per i suoi contatti proibiti con  la popolazione italiana locale, che nel frattempo a causa della  caduta di Mussolini era trattata da nemica, egli si ritrovò di nuovo  sotto accusa in attesa di essere trasferito a Verona per esservi  processato e condannato. Intanto aveva studiato con passione  l’italiano e aveva avuto i primi contatti con il Comitato di  Liberazione Nazionale, cui aveva già passato materiale cartografico  e altre informazioni. 
              Nel maggio del 1944  disertò e da questo momento partecipò attivamente alla guerra  partigiana nell’Italia del Nord fino alla capitolazione delle  truppe tedesche. Tutti i suoi quadri che hanno come tema questo  periodo sono nati, senza eccezione alcuna, in seguito al ricordo  dei fatti. Alcuni di queste opere si trovano nei musei di Chemnitz  altri sono in possesso di persone private. 
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            W. Fischer esegue  un ritratto  
              in Torri del Benaco 
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              Walter Fischer visse la  capitolazione delle truppe tedesche in Italia, il 25 aprile del 1945,  quando si trovava nei pressi di un paesino, Rolo nell’Emilia e  Romagna. Il paese si trova sull’odierna autostrada E45 (A22) circa  40 Km a nord di Modena. Egli era già stato accolto in questo luogo  una prima volta all’epoca della diserzione e aveva in programma di  rimanere in Italia cercando di vivere da artista autonomo. Per fare  ciò aveva bisogno di un cosiddetto “certificato” o attestato.  Con l’aiuto dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani  d’Italia) era riuscito a frequentare un corso preparatorio di  lingua e storia dell’arte che era necessario per accedere ad una  scuola superiore d’arte in Italia. 
              All’inizio del 1946  cominciò un corso di studi presso la Scuola Superiore d’Arte  “Adolfo Venturi” di Modena. Alla fine del semestre gli venne  conferito il diploma in pittura e arti plastiche. In questi mesi  soggiornò in Modena, Rolo e Fabbrico. Molte opere, in particolare  ritratti di persone familiari, si trovano presso quelle famiglie che  lo ospitarono e sono ben conservate ancora oggi, sebbene spesso tali  opere fossero state dipinte usando come  tela materiale che  precedentemente era servito come imballaggio o che serviva per la  produzione di sacchi. 
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            Ritratto  di Tosca, dat. 1945 
              (olio su tela)
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            Nel paesino di Rolo  attraverso i suoi ritratti di persone appartenenti a famiglie  (amiche) si guadagnò una tale stima che ancora oggi, 3 generazioni  più tardi, è ben percepibile. Negli anni 1989 e 2005 gli vengono  dedicate due mostre personali sulle opere e la vita. (v. appendice). 
            Il documento (a destra) è  la fotocopia dell’attestato emesso dall’ANPI in cui certifica la  sua partecipazione alla lotta partigiana. Tali documenti  significavano nel 1946 la pura sopravvivenza, non solo in Italia.  Molti prigionieri di guerra italiani che tornavano nel frattempo in  Italia nutrivano, comprensibilmente, un odio feroce contro tutti i  tedeschi ivi rimasti. Anche Walter Fischer sperimentò sulla propria  pelle tale odio. Egli stesso riferisce di essere stato avvertito da  suoi compagni di lotta i quali gli consigliarono, almeno  temporaneamente, di abbandonare l’Italia. 
            Nell’autunno 1946  superò le Alpi a piedi in direzione della Germania. Una volta giunto  in Germania dovette costatare con orrore le terribili condizioni in  cui si trovava il paese.              | 
          	 
		  
            Certificato  dell'ANPI
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              Nelle lettere al suo ex  comandante partigiano Agostino Nasi descrive in termini drammatici le  condizioni di vita in Germania e la sua ferma volontà di tornare in  Italia: 
              “Volevo immediatamente  ritornare dopo aver visto la catastrofe e la distruzione. Intanto è  arrivato l’inverno ed io devo pazientare fino alla prossima  primavera. Tu lo sai bene; io sono deciso a ritornare in Italia...  [Gennaio 1947]. 
              “Da quando sono  ritornato qui non ho ancora potuto trovare la necessaria calma e la  serenità interiore, per affrontare la vita quotidiana o per  dedicarmi all' arte … Qui siamo governati da loro (i comunisti)  sotto le (mentite) spoglie della democrazia. Se i vostri comunisti  solo sapessero cosa significhi vivere governati e protetti “come  loro dicono” dai Russi … Qui è rimasta solo la propaganda,  esattamente come all’epoca dei nazisti; la stessa Fiera di Lipsia è  diventata una fiera propagandistica: “il paese del piccolo  Potemkin”. [Marzo 1947]. 
              Il tentativo di ritornare  in Italia nell’estate del 1947 (con moglie e figlio) fallisce.  Senza documenti di riconoscimento e senza permessi viene rispedito  indietro a Chemnitz nella ZOS (Zona di Occupazione Sovietica). 
              “Ho vagato a lungo in  Baviera allungandomi fino alle Alpi senza poter andare oltre. Ma  forse un giorno … [Ottobre 1947]. 
             
             
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            Sala  d'attesa dat. 1948 
              disegno a matita
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            Walter Fischer verso la  fine degli anni ’40 comincia ad arrangiarsi col sistema instaurato  nella GDT (Germania Democratica Tedesca). Ex amici e compagni del  Partito Socialista Tedesco (SPD) degli anni ’30 che nel frattempo  sono entrati nella SED (partito del Socialismo Unitario di Germania)  gli facilitano l'ingresso nell’apparato culturale della GDT. Grato  per l'aiuto, egli può di nuovo attivarsi artisticamente e gode  persino di una certa stima. Da autodidatta, quale era, con solo 2  semestri di studio presso una Scuola Superiore d’Arte non gli fu  semplice far valere le proprie capacità artistiche accanto ad  artisti già da lungo tempo affermati. Diventa membro dell’ Unione  Culturale (Kulturbund). Si iscrive al partito SED e diventa  temporaneamente direttore artistico della DEWAG di Dresda e della  città di Karl-Marx-Stadt (già Chemnitz). Durante il periodo di  residenza a Dresda conosce Lea Grundig, Gerhard Richter, Eva  Schultze-Knabe und Rudolf Bergander. 
              La DEWAG (Società  Tedesca di Pubblicità e Annunci) era una agenzia statale della GDT  che si occupava di pubblicità, delle informazioni delle pubbliche  affissioni e manifesti di ogni tipo. Essa aveva una succursale in  ogni città capoluogo di provincia. E' stata sciolta soltanto nel  1990. Dal punto di vista legale questa Società svolgeva attività di  partito e tutti i suoi averi appartenevano alla SED. 
              Le sue opere tipiche di  questo periodo sono: “Piccolo Spettatore, Serata Danzante, Lezione  al Politecnico, A Teatro”. Dal 1956 in poi è un artista autonomo e  parallelamente tiene per dieci anni la presidenza dell’Associazione  deli Artisti delle Arti Figurative di Karl-Marx-Stadt.              | 
          	 
		  
            Lezione  al Politecnico 
              dat. 1959           
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            Dagli anni ’50 in poi  espone regolarmente nelle mostre artistiche. Negli anni della  cosiddetta ristrutturazione socialista della vita culturale W.  Fischer viene sempre più coinvolto nella dottrina e nelle direttive  emanate dal Partito Unico Socialista (SED) e dallo Stato. Egli esegue  lavori per incarico di istituzioni sociali e partecipa attivamente  agli sforzi della GDT di dare vita a una “cultura nazionale  socialista” autonoma. Viene tenuto nel dovuto conto il suo passato  di lotta antifascista; in qualità di Presidente dell’Unione (degli  Artisti delle Arti Figurative) segue le idee della cosiddetta  Conferenza di Bitterfelder.  
            … gli operai devono  avere un accesso attivo all’arte e alla cultura. Si deve  raggiungere il superamento dell’attuale separazione tra arte e vita  e l’alienamento tra artista e il popolo; la classe operaia deve  essere pienamente partecipe alla costruzione del socialismo. A tal  fine sarà necessario, tra l’altro, che artisti e scrittori  lavorino nelle fabbriche e gli operai li sostengano nelle loro  attività artistiche. [Prima Conferenza di Bitterfelder 1959] 
            Fischer esperimenta  adesso in molti generi e tipi delle arti figurative: pittura, disegno  a mano libera, pittura murale, encausto e anche lavori plastici. Era  impossibile evitare invidia e gelosie da parte di alcuni artisti  “affermati”. Dopotutto egli non era nient’altro che un artista  autodidatta con solo 2 semestri di studio artistico assolti per  giunta in una scuola del tutto sconosciuta. Per questo motivo le  opere plastiche rimangono confinate nella sfera privata. Tra le opere  tipiche di questo periodo ricordiamo il quadro “Guardia di  Frontiera”; una versione anteriore era anche nota col titolo “Noi  proteggiamo la nostra Repubblica”.               | 
          	 
		  
            Guardia  di frontiera 
              dat. 1963, (seconda versione)
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              Manifestamente fino alla  metà degli anni ’60 e oltre, egli non ha più dipinto né paesaggi  e nemmeno nature morte. Fedele alle direttive del partito e del  governo diede forma precipuamente a persone o gruppi di persone che  interagiscono nei settori lavoro e società. Per alcuni anni diresse  un circolo di pittura all’interno delle Officine Fritz Heckert  nella città di Karl-Marx-Stadt. 
              Un progetto di grandi  dimensioni, risalente ai primi anni ’60 e oggi non più conservato,  consisteva nel dare forma a una parete di una gradinata che portava  al palcoscenico del teatro all’aperto Küchwald. Lavori simili,  (oggi parimenti scomparsi), furono eseguiti nella città di  Karl-Marx-Stadt per asili, scuole e poliambulatori. 
              W. Fischer intraprese  negli anni ’60 diversi viaggi di studio fra l’altro in Bulgaria,  in Usbechistan e una crociera che toccava Oslo, Helsinki e Danzica.  Sotto l’ispirazione dei paesi visitati e i loro abitanti nacquero  opere il cui contenuto non rispecchiava più i temi sviluppati sotto  lo stimolo dell’ideologia e non riflettevano più la figura  dell’uomo nuovo del socialismo. Vedono la luce studi di paesaggi e  numerosi ritratti soprattutto in Usbechistan. 
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            Palcoscenico  all'aperto a Küchwald, 1963  
              (opera di grandi dimensioni: foto del 2001)
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              Molte opere a sfondo  politico nascono per incarico di istituzioni pubbliche e sicuramente  sono dovute alla sua funzione di presidente dell’ Unione degli  Artisti. In questa luce e sulla tematica della guerra del Vietnam  egli prende posizione netta contro gli USA in opere con chiaro  intento agitatorio. A metà degli anni ’60 nascono per la prima  volta disegni a matita che rispecchiano il suo passato partigiano. In  questi anni funge spesso da traduttore per le delegazioni italiane.  Si tratta per lo più di emissari di sindacati italiani che  visitavano la GDT su invito de sindacati FDGB (Federazione dei  Sindacati Democratici e Liberi) della GDT. 
              Il suo passato di  partigiano stimola l’interesse dello scrittore chemnizzese Johannes  Arnold che per incarico della casa Editrice Militare redige un  libretto in cui vengono rielaborati sotto forma di prosa i giorni  della diserzione dall’esercito tedesco e i mesi successivi vissuti  da partigiano italiano.  Il racconto appare in libreria nel 1968 col  titolo “Capitano Tedesco” nella collana Fatti Reali dell’Editrice  Militare Tedesca, quaderno n. 83. 
              Nel 1967, all’età di  56 anni, rinuncia alla presidenza dell’ Unione degli Artisti delle  Arti Figurative e da questo momento in poi sarà attivo unicamente  come artista autonomo. 
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            Copertina  del libro 
              Capitano Tedesco di J. Arnold
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            Nel 1971, in occasione  del suo 60° compleanno, l’Unione Artisti delle Arti Figurative gli  dedica una mostra personale nella città di Karl-Marx-Stadt. I  quotidiani locali ne parlano ampiamente e si pubblica una intervista  con W. Fischer. Funzionari del partito visitano la mostra e l’artista  nel suo studio. Nell’intervista egli prende chiaramente distanze  per se e per i suoi lavori, ribadendo la propria posizione ideologica  chiara e ben definita dai lavori degli altri colleghi; i quali si  rifugiano in un “disegno di ornamenti e fiori … per evitare ogni  discussione e litigio di ordine ideologico”. A conclusione di  questa personale il quotidiano Stampa Libera propone ai lettori una  discussione sul quadro Ragazza Usbeca. Numerosi lettori si esprimono  in merito talvolta anche con stranissime interpretazioni e commenti.  
            Accanto a opere eseguite  su commissione (trittico “Guerra Contadina”) Walter Fischer negli  anni ’70 riprende di nuovo a dipingere ritratti, nature morte e  rappresentazione di paesaggi.              | 
          	 
		  
            Ragazza  usbeca 
              dat. 1965
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              Nel 1972 intraprende, su  invito privato, un viaggio di studio in Egitto. Durante questo  soggiorno di 2 mesi vedono la luce innumerevoli schizzi e impressioni  su cui lavorerà fino agli inizi degli anni ’80 elaborandoli in  opere di maggiori dimensioni. Accanto ai numerosi ritratti ( Sceicco  dei Beduini, Giovane Fellaga, Nubiano che legge, Madonna Egizia)  nascono nel corso di escursioni all’interno del paese, verso  Alessandria e nel deserto libico, molte opere paesaggistiche. 
              Negli anni 1974- 1975  ebbe occasione di presentare 40 di queste opere: pitture a olio, ad  acquerello, a pastello e disegni, in una serie di piccole mostre dal  titolo “Egitto: il paese, gli abitanti” organizzate in vari paesi  del circondario di Karl-Marx-Stadt.  
              A metà degli anni ’70  nasce un ciclo di quadri che nuovamente trattano il tema delle lotte  partigiane. 
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            Madonna  egizia, dat. 1974 
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          Nel 1977 è inaugurato a  Civago, piccolo paese nell’Appennino Reggiano un monumento dedicato  ai partigiani di Reggio Emilia. Su invito dell’ANPI vi  parteciparono molti ex partigiani. In rappresentanza della GDT fu  invitato anche Walter Fischer. Purtroppo l’organizzazione delle  celebrazioni ebbe una struttura talmente ferrea che non gli fu  possibile fare visita agli ex amici dalle parti di Modena e Rolo. In  questa occasione fece dono all’ANPI di due quadri a pastello  rappresentanti momenti della guerra partigiana. Nella rivista: DDR  Revue (che ebbe anche una edizione internazionale) e in molti  quotidiani con tiratura sovraregionale viene dato in seguito in tutta  la GDT ampio spazio a questo incontro.
             
            Nel 1977 Walter Fischer  aveva 66 anni e come tale è già pensionato della GDT da  6 anni.  Negli anni seguenti egli farà spesso  tesoro della nuova libertà di viaggiare che adesso  gli spettava di diritto, essendo pensionato, per visitare i parenti  della RFT. Tuttavia non si poté mai realizzare una visita a Rolo, in  Italia, nonostante  persistessero all’epoca ancora contatti  epistolari stretti con il suo ex compagno di lotta Agostino. | 
          	 
		  
            Raduno  di partigiani nella notte 
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            La sua attività  artistica è da ora in avanti unicamente di natura privata. Vedono la  luce adesso i paesaggi della Slovacchia, paese che nel frattempo è  diventato uno dei suoi preferiti per le sue vacanze, nature morte e  ritratti. Molte delle impressioni dell’Egitto, all’epoca appena  schizzate, sono adesso riprese e rielaborate in quadri di grande  formato. 
            Nel 1981, in occasione  del suo 70° compleanno la UAF (Unione Artisti Arti Figurative) gli  dedica di nuovo una mostra personale, questa volta nella Galleria  (Pinacoteca) Civica della città di Karl-Marx-Stadt. A tal fine è  compilato un catalogo in cui trova posto una buona rappresentanza di  tutte le sue opere prodotte fin qui, dati biografici e approfondite  osservazioni sulla sua intera carriera artistica. 
            Parimenti nel 1981 è  pubblicato nell’Almanacco della città di Karl-Marx-Stadt, una  rivista culturale della circoscrizione, un articolo di diverse pagine  con un apprezzamento della sua produzione artistica e un estratto del  racconto-documentario “Capitano Tedesco” di J. Arnold.              | 
          	 
		  
            Catalogo  della mostra, dat. 1981 
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              Durante un periodo di  vacanza nella Slovacchia è accertata una polmonite; dopo successivi  accertamenti a Karl-Marx-Stadt viene diagnosticata una malattia  grave.  
            Dopo questa vacanza, nel  settembre 1981, vedono la luce, elaborati a pastello, 4 “Paesaggi  Slovacchi”. Il suo ultimo quadro risale all’aprile del 1982: è  una natura morta con narcisi gialli.  
            Walter Fischer muore il  07-06-1982. Sarà seppellito nel Cimitero Cittadino della città di  Karl-Marx-Stadt. Una Targa alla Memoria lo ricorda nel Bosco Sacro  dei Socialisti del periodo della GDT. 
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            Narcisi  gialli, dat. 1982 
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            In concomitanza con  la presentazione di un libro di fotografie storiche di Rolo, il 10  dicembre 1989 fu inaugurata a Rolo, in Italia, una mostra di dipinti  di Walter Fischer. Dipinti, paesaggi e ritratti, provenienti  esclusivamente dalle collezioni di diverse famiglie di Rolo, furono  raccolti ed esposti per diverse settimane. 
              
  
    
    Nel 2005, nell'ambito delle  celebrazioni per il 60° anniversario della liberazione di Rolo, fu  organizzata un'altra mostra di dipinti di W. Fischer.  L'amministrazione comunale di Rolo pubblicò un volantino che  presentava Walter Fischer come artista e partigiano tedesco. Gli  organizzatori della mostra contattarono anche le collezioni d'arte di  Chemnitz e riuscirono a presentare diverse fotocopie di dipinti  realizzati nella RDT.  
    
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            Volantino della mostra | 
         
        
          
            
              Nel 2012, gli Amici dello  Schloßbergmuseum Chemnitz e.V. hanno pubblicato un libro  complementare alla mostra permanente "Galleria fotografica della  storia di Chemnitz". Il libro allegato mette a confronto il  dipinto intitolato "Fiori per la ricostruzione", una  caratteristica opera d'arte commissionata politicamente negli anni  '60, con una coppia di punk che si baciano degli anni '80. 
               
              In  questa mostra, il dipinto "Fiori per la ricostruzione",  collocato accanto a un tipico armadietto da operaio, è attualmente  l'unica opera di Walter Fischer esposta al pubblico. 
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            Foto del 1960 e veduta della mostra 
            
           
             
            
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              In occasione del 70° anniversario  della liberazione dal fascismo, nel 2015, il comune di Rolo ha  inaugurato un'ampia mostra che documenta la vita politica, sociale ed  economica di Rolo dal 1914 al 1946. 
               
              Walter Fischer è protagonista  del capitolo sulla resistenza antifascista a Rolo. Nell'elenco dei  partigiani del dipartimento ALDO, è elencato con il suo nome di  battaglia, "Torero", e uno dei suoi dipinti è esposto e  incluso nel catalogo. 
               
              La mostra e il catalogo che la accompagna  sono principalmente frutto dell'iniziativa dell'allora Assessore alla  Cultura del Comune di Vicenza, Daniela Camurri, che ha anche scritto  la prefazione al catalogo della mostra, splendidamente illustrato. 
              
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            Catalogo della mostra 2015 
            
           
             
            
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            In occasione dell'80° anniversario  della liberazione, ARTE.tv ha commissionato un documentario sul tema  dei soldati disertori della Wehrmacht che si unirono ai partigiani  italiani. Attraverso tre esempi individuali, il film esplora le  tracce di questi soldati. Uno dei tre individui è Walter Fischer. 
               
              Il  film è stato trasmesso per la prima volta su Arte.tv il 10 giugno  2025 ed è disponibile anche nella mediateca Arte fino a nuovo  avviso. 
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            Vetrina e foto nella sala della comunità 2024 
            
           
             
            
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              Per produrre il documentario, una  troupe si è recata a Rolo e in altri luoghi dell'Emilia nel 2024. Il  tour ha incluso visite al suo ex luogo di studio a Modena,  all'Istituto Storico di Regio e a vari luoghi legati all'opera di  Walter Fischer. La grande venerazione che si associa al nome di  Walter Fischer in tutti i luoghi e che è ancora evidente oggi è  stata notevole. 
              Nella piccola cittadina di Rolo, è onorato come  una figura di spicco nella storia della Resistenza.             
            Ciò è stato particolarmente evidente  durante una visita al municipio. I suoi dipinti sono esposti in modo  permanente sulle pareti della sala comunale e delle stanze adiacenti.  Persino nell'ufficio del sindaco è appesa una copia del famoso  autoritratto, la sua ultima opera alla scuola d'arte. Si potrebbe  dire che il sindaco lavori sotto l'occhio vigile di Walter  Fischer. 
               
              Il municipio ospita una teca in cui, in occasione  dell'80° anniversario, una sezione è dedicata alla resistenza  partigiana. Anche qui, un'ampia sezione è dedicata all'opera di  Walter Fischer. 
               
              Nella piccola cittadina di Rolo, Walter  Fischer è praticamente famoso in tutto il mondo. 
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            Ritratto del sindaco e foto nel corridoio 
            
           
             
            
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          Contatti: hertfisch(at)gmx.de  | 
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